capitolo 1
4. IN OSPEDALE
Perchè ti ci ritroverai ogni dodici ore circa
Durante la gravidanza la donna si sente più sicura a passare in ospedale almeno un paio d’ore al giorno: più o meno dopo la fruttivendola e subito prima del nuoto pre-parto.
Siccome però dovrai essere tu ad accompagnarla perché quel giorno le girerà un po’ la testa, ecco quello che ti aspetta.
Perchè ti ci ritroverai ogni dodici ore circa
Durante la gravidanza la donna si sente più sicura a passare in ospedale almeno un paio d’ore al giorno: più o meno dopo la fruttivendola e subito prima del nuoto pre-parto.
Siccome però dovrai essere tu ad accompagnarla perché quel giorno le girerà un po’ la testa, ecco quello che ti aspetta.
a. La prima ecografia
Assistere alla prima ecografia è come entrare al cinema a spettacolo già
iniziato durante una scena notturna: non vedi nulla, pesti i piedi a
qualcuno che finirà per insultarti e ti cade a terra qualcosa che
comincia subito a rotolare lontano (in occasione dell’ecografia saranno solo i
tuoi maroni: niente di particolare valore insomma, non più).
Non hai voglia di andarci, diciamocelo, ma non ti ci provare nemmeno a sgarrare: ci andrai perché non esserci equivale a tradire i doveri coniugali e a sorbirsi sguardi truci da parte della tua compagna per i successivi tre anni e ancora devi smaltire tutti quegli arretrati…
La prima ecografia è a tutti gli effetti inutile, ma costa sugli ottanta euro e così l’hanno fatta diventare obbligatoria.
Come funziona?
Tuo figlio, che sarà grande più o meno mezzo centimetro, dovrebbe venire inquadrato al buio da una sonda ingellata immersa prima in un guanto di lattice a sua volta ingellato e poi nella tua compagna (o in alternativa da una sonda ingellata appoggiata sul ventre della tua compagna a sua volta ingellato) per essere poi proiettato in tutto il suo non-splendore su uno schermo di circa due pollici in bianco e nero alla risoluzione di sei pixel, che ogni tre secondi sputa fuori un fax illeggibile di quanto non visto a monitor.
Un delirio che comunque farà piangere commossa la tua compagna all’udire le frasi da manuale del ginecologo:
- “Eccolo, è quella minuscola macchia bianca lì, vede?" (no)
- "Si muove di continuo vede?" (NO)
- "Sta bene e assomiglia a sua madre” (NOOOOooooooo).
Quando a metà visita farai notare che deve essersi infilato un criceto con tutta la sua dannata ruota nel climatizzatore, il medico e la tua compagna ti fulmineranno con uno sguardo di sufficienza, facendoti notare che il rumore a cui fai riferimento è quello del cuore del bimbo.
Ti verrà da piangere all’istante chiedendo se potrà mai guarire, amore di babbo che già gli vuoi così bene, ma non chiedere nulla: è un rumore del tutto normale per una macchia bianca indecifrabile che lampeggia su un monitor di due pollici.
Non capirai nulla, insomma, ma se da sempre sei bravo a interpretare le forme delle nuvole, tra quelle macchie bianche e nere che pulsano a intermittenza sul monitor riuscirai forse a riconoscere, magari anche solo per un attimo, un unicorno e almeno il tempo passerà meglio.
Il suono che senti potrebbe effettivamente essere quello emesso da un unicorno. Un unicorno che sta molto male.
Ma no, scemo, è un albero!
Un albero che sta molto male…
Non hai voglia di andarci, diciamocelo, ma non ti ci provare nemmeno a sgarrare: ci andrai perché non esserci equivale a tradire i doveri coniugali e a sorbirsi sguardi truci da parte della tua compagna per i successivi tre anni e ancora devi smaltire tutti quegli arretrati…
La prima ecografia è a tutti gli effetti inutile, ma costa sugli ottanta euro e così l’hanno fatta diventare obbligatoria.
Come funziona?
Tuo figlio, che sarà grande più o meno mezzo centimetro, dovrebbe venire inquadrato al buio da una sonda ingellata immersa prima in un guanto di lattice a sua volta ingellato e poi nella tua compagna (o in alternativa da una sonda ingellata appoggiata sul ventre della tua compagna a sua volta ingellato) per essere poi proiettato in tutto il suo non-splendore su uno schermo di circa due pollici in bianco e nero alla risoluzione di sei pixel, che ogni tre secondi sputa fuori un fax illeggibile di quanto non visto a monitor.
Un delirio che comunque farà piangere commossa la tua compagna all’udire le frasi da manuale del ginecologo:
- “Eccolo, è quella minuscola macchia bianca lì, vede?" (no)
- "Si muove di continuo vede?" (NO)
- "Sta bene e assomiglia a sua madre” (NOOOOooooooo).
Quando a metà visita farai notare che deve essersi infilato un criceto con tutta la sua dannata ruota nel climatizzatore, il medico e la tua compagna ti fulmineranno con uno sguardo di sufficienza, facendoti notare che il rumore a cui fai riferimento è quello del cuore del bimbo.
Ti verrà da piangere all’istante chiedendo se potrà mai guarire, amore di babbo che già gli vuoi così bene, ma non chiedere nulla: è un rumore del tutto normale per una macchia bianca indecifrabile che lampeggia su un monitor di due pollici.
Non capirai nulla, insomma, ma se da sempre sei bravo a interpretare le forme delle nuvole, tra quelle macchie bianche e nere che pulsano a intermittenza sul monitor riuscirai forse a riconoscere, magari anche solo per un attimo, un unicorno e almeno il tempo passerà meglio.
Il suono che senti potrebbe effettivamente essere quello emesso da un unicorno. Un unicorno che sta molto male.
Ma no, scemo, è un albero!
Un albero che sta molto male…
b. Gli esami
Gli esami sono visite specialistiche per cui c’è bisogno di un medico
specialista per elaborare risultati specializzati a prezzi non proprio
speciali. Eccoteli quasi tutti qui, in noiosissimo ordine alfabetico:
Potrei anche spiegarti passo passo cosa significhino tutte queste misteriose paroline ma la verità è che non sono le armi di un robot e quindi non te ne frega più nulla di questi esami, e del resto nemmeno a me. D’altronde non hai nemmeno avuto la voglia di leggerti tutti i nomi in lista, vero?
Altrimenti avresti notato quel misterioso “tingololiberatutti”.
(Adesso che hai controllato che non ti stessi prendendo in giro, possiamo andare avanti? Grazie)
La cosa importante da sapere è che la tua compagna li farà comunque tutti; il modo migliore per affrontare la faccenda è usare la comoda lista qua sopra per spuntare di volta in volta gli esami affrontati: in questo modo saprai quanto manca alla fine dell’incubo “esami”.
Ma non rilassarti troppo: nei tempi vuoti avrai altri incubi da affrontare, per esempio…
- amniocentesi;
- amnioscopia;
- azotemia;
- birilubina;
- creatininemia;
- denti;
- doppler-flussimetria;
- dosaggio dell’alfafetoproteina;
- ecografia;
- emocromocitometria;
- fetoscopia;
- funicolocentesi;
- glicemia;
- monitoraggio del battito cardiaco fetale;
- occhi;
- pap-test;
- peso;
- pressione;
- protidemia;
- reazione di Wasserman;
- ricerca dell’antigene Australia;
- rubeo-test;
- sangue;
- sideremia;
- tingololiberatutti;
- toxo-test;
- translucenza nucale;
- transaminasi;
- urine;
- villocentesi;
- varie ed eventuali.
Potrei anche spiegarti passo passo cosa significhino tutte queste misteriose paroline ma la verità è che non sono le armi di un robot e quindi non te ne frega più nulla di questi esami, e del resto nemmeno a me. D’altronde non hai nemmeno avuto la voglia di leggerti tutti i nomi in lista, vero?
Altrimenti avresti notato quel misterioso “tingololiberatutti”.
(Adesso che hai controllato che non ti stessi prendendo in giro, possiamo andare avanti? Grazie)
La cosa importante da sapere è che la tua compagna li farà comunque tutti; il modo migliore per affrontare la faccenda è usare la comoda lista qua sopra per spuntare di volta in volta gli esami affrontati: in questo modo saprai quanto manca alla fine dell’incubo “esami”.
Ma non rilassarti troppo: nei tempi vuoti avrai altri incubi da affrontare, per esempio…
c. Le visite generiche
A tutti gli esami in elenco vanno
aggiunte le visite generiche che la tua compagna vorrà fare in seguito ai “momentanei
disagi dovuti ai normali disturbi della gravidanza” (che d’ora in poi
abbrevierò con il più simpatico e immediato acronimo m.d.d.a.n.d.d.g.) quali: bruciori
di stomaco, rigurgiti acidi, nausea e vomito, stitichezza, emorroidi, vene
varicose, gonfiori alle caviglie, perdite vaginali (toh, anche lei…),
contrazioni uterine, crampi, dolori alle ossa e alla schiena, stanchezza e
sonnolenza, insonnia, paure.
E le immancabili varie ed eventuali.
Mi basterebbero cinque minuti per farti capire come prevenire, riconoscere e affrontare questi m.d.d.a.n.d.d.g. ma non lo farò per due ottimi motivi.
Il primo è che stanno per cominciare le repliche di Baywatch.
L’altro motivo, che ti lascerà definitivamente cadere ogni eventuale stimolo all’impegno, è che pur rassicurando dolcemente la tua compagna dimostrandole che si tratta solo di m.d.d.a.n.d.d.g., lei non si fiderà e ti liquiderà con un altrettanto dolce:
“Ma che cazzo ne sai tu? Voglio un approfondito parere medico, coglione!”.
E così, come fossi l’ultimo dei supereroi, la accompagnerai anche questa volta per l’ennesimo “approfondito parere medico”.
Il quale, dopo sei ore di attesa, sarà il seguente: “Sono i m.d.d.a.n.d.d.g. signora. Fanno ottanta euro”.
E mentre tu paghi, lei si metterà a singhiozzare disperata perché non è a conoscenza di alcuna malattia chiamata con quel nostro simpatico acronimo.
Non dirglielo subito, ok mister “coglione”?
E le immancabili varie ed eventuali.
Mi basterebbero cinque minuti per farti capire come prevenire, riconoscere e affrontare questi m.d.d.a.n.d.d.g. ma non lo farò per due ottimi motivi.
Il primo è che stanno per cominciare le repliche di Baywatch.
L’altro motivo, che ti lascerà definitivamente cadere ogni eventuale stimolo all’impegno, è che pur rassicurando dolcemente la tua compagna dimostrandole che si tratta solo di m.d.d.a.n.d.d.g., lei non si fiderà e ti liquiderà con un altrettanto dolce:
“Ma che cazzo ne sai tu? Voglio un approfondito parere medico, coglione!”.
E così, come fossi l’ultimo dei supereroi, la accompagnerai anche questa volta per l’ennesimo “approfondito parere medico”.
Il quale, dopo sei ore di attesa, sarà il seguente: “Sono i m.d.d.a.n.d.d.g. signora. Fanno ottanta euro”.
E mentre tu paghi, lei si metterà a singhiozzare disperata perché non è a conoscenza di alcuna malattia chiamata con quel nostro simpatico acronimo.
Non dirglielo subito, ok mister “coglione”?
d. L'iter ospedaliero
È bene che tu sappia che dal punto
di vista del giovane padre, esami e visite saranno tutti tra loro identici
perché rispetteranno tragicamente la seguente via crucis(rossa):
1. arrivi in ospedale con un’ora di anticipo perché la tua compagna è leggermente nervosa per l’esame;
2. la macchina che segui in fila prende il posto che si è appena liberato davanti all’ingresso dell’ospedale;
3. giri un’ora per trovare un altro parcheggio e, allontanandoti sempre più dall’ospedale per cerchi concentrici, trovi un posto libero praticamente sotto casa tua, a pagamento;
4. dopo mezz’ora di tram, arrivi in ritardo all’ospedale, ma sempre in tempo per vedere ripartire la macchina che ti aveva soffiato il posto davanti all’ingresso, lasciando libero quel parcheggio (non a pagamento) per tutto il resto della mattinata;
5. perdi circa venti minuti per fare capire al Comitato d’Accoglienza quale esame siete venuti a fare, al che il Comitato preferisce fingere di aver capito e darvi indicazioni sbagliate;
6. vi perdete in quel dedalo di corridoi, scale e porte chiuse che in fondo è un ospedale e proprio quando, persi nelle catacombe del sesto livello interrato, la tua compagna comincerà a rinunciare, ecco che incontrerà un’amica conosciuta ad uno dei suoi cento corsi pre-parto che deve fare lo stesso esame e che sa benissimo come arrivarci;
7. giunti al laboratorio, vi aspettano due ore di attesa prima del vostro turno. Sottofondo musicale: una ventina di donne che parlano ad alta voce dei loro crampi e di come possano essere pericolose certe verdurine;
8. è il vostro turno ma proprio sulla soglia il ginecologo vi dice uscendo: “Torno subito, accomodatevi pure”;
9. dopo qualcosa come due giorni, l’esperto tornerà trangugiando un tramezzino e in tre secondi netti vi dirà che è tutto a posto e che sono ottanta euro;
10. fuori dall’ambulatorio assapori già la libertà quando la tua compagna si mette a piangere: che l’esame vada bene o male la tua compagna piangerà comunque; si pensa che lo faccia per dimostrare qualcosa alle altre mamme presenti in sala attesa, ma non chiedermi cosa. Non chiederlo mai!
11. dall'ambulatorio all'uscita dell'ospedale, la tua compagna incontrerà dietro ogni angolo amici, parenti, nuove e fantastiche amiche gravide, dottori, la maestra delle elementari e il prete del quartiere, e ad ognuno di loro dovrà raccontare tutto dal principio;
12. mezz’ora di tram per raggiungere la macchina e cinque minuti di bestemmie per la multa;
13. un secondo per entrare nel tuo garage;
14. è finita: stai toccando il portone di casa quando lei, guardando l’orologio, ti dirà: “Ehi, ma tra mezz’ora ho vari ed eventuali esami! Guidi tu per favore che mi gira la testa?”.
Insomma: ce n’è per tutti i giorni.
Il minimo che puoi fare, in quei rari momenti in cui lei si sentirà bene, è evitare frasi perniciose del tipo: “Ehi, ti è entrato qualcosa nell’occhio”.
1. arrivi in ospedale con un’ora di anticipo perché la tua compagna è leggermente nervosa per l’esame;
2. la macchina che segui in fila prende il posto che si è appena liberato davanti all’ingresso dell’ospedale;
3. giri un’ora per trovare un altro parcheggio e, allontanandoti sempre più dall’ospedale per cerchi concentrici, trovi un posto libero praticamente sotto casa tua, a pagamento;
4. dopo mezz’ora di tram, arrivi in ritardo all’ospedale, ma sempre in tempo per vedere ripartire la macchina che ti aveva soffiato il posto davanti all’ingresso, lasciando libero quel parcheggio (non a pagamento) per tutto il resto della mattinata;
5. perdi circa venti minuti per fare capire al Comitato d’Accoglienza quale esame siete venuti a fare, al che il Comitato preferisce fingere di aver capito e darvi indicazioni sbagliate;
6. vi perdete in quel dedalo di corridoi, scale e porte chiuse che in fondo è un ospedale e proprio quando, persi nelle catacombe del sesto livello interrato, la tua compagna comincerà a rinunciare, ecco che incontrerà un’amica conosciuta ad uno dei suoi cento corsi pre-parto che deve fare lo stesso esame e che sa benissimo come arrivarci;
7. giunti al laboratorio, vi aspettano due ore di attesa prima del vostro turno. Sottofondo musicale: una ventina di donne che parlano ad alta voce dei loro crampi e di come possano essere pericolose certe verdurine;
8. è il vostro turno ma proprio sulla soglia il ginecologo vi dice uscendo: “Torno subito, accomodatevi pure”;
9. dopo qualcosa come due giorni, l’esperto tornerà trangugiando un tramezzino e in tre secondi netti vi dirà che è tutto a posto e che sono ottanta euro;
10. fuori dall’ambulatorio assapori già la libertà quando la tua compagna si mette a piangere: che l’esame vada bene o male la tua compagna piangerà comunque; si pensa che lo faccia per dimostrare qualcosa alle altre mamme presenti in sala attesa, ma non chiedermi cosa. Non chiederlo mai!
11. dall'ambulatorio all'uscita dell'ospedale, la tua compagna incontrerà dietro ogni angolo amici, parenti, nuove e fantastiche amiche gravide, dottori, la maestra delle elementari e il prete del quartiere, e ad ognuno di loro dovrà raccontare tutto dal principio;
12. mezz’ora di tram per raggiungere la macchina e cinque minuti di bestemmie per la multa;
13. un secondo per entrare nel tuo garage;
14. è finita: stai toccando il portone di casa quando lei, guardando l’orologio, ti dirà: “Ehi, ma tra mezz’ora ho vari ed eventuali esami! Guidi tu per favore che mi gira la testa?”.
Insomma: ce n’è per tutti i giorni.
Il minimo che puoi fare, in quei rari momenti in cui lei si sentirà bene, è evitare frasi perniciose del tipo: “Ehi, ti è entrato qualcosa nell’occhio”.